La tecnica pittorica di Benozzo

I tabernacoli della Madonna della Tosse (1484) e della Visitazione (1491) vennero dipinti nella piena maturità stilistica di Benozzo Gozzoli, quando il pittore poteva ormai disporre di un bagaglio di conoscenze tecniche che andavano oltre quelle acquisite e tramandate dalle botteghe di pittura fiorentine coeve.

Già nel 1459 aveva dipinto la Cappella dei Magi in Palazzo Medici Riccardi a Firenze, usando una tecnica mista, che prevedeva l'uso dell'affresco, per poi terminare con ritocchi a tempera e finiture ad olio.

Per quanto riguarda gli affreschi dei due tabernacoli di Castelfiorentino, è difficile individuare con certezza le finiture a secco, essendo stata alterata la pellicola pittorica, a seguito dello strappo degli affreschi.

Tramite le analisi chimiche e lo studio degli intonaci sulla struttura muraria rimasti in loco, nel tabernacolo della Madonna della Tosse, possiamo ritenere che Benozzo abbia steso preliminarmente un arriccio di uno spessore di 6/8 mm, su cui eseguì i disegni preparatori (sinopie).

Infatti, nonostante fino ad oggi si ritenesse che in questo tabernacolo non fossero state eseguite le sinopie, ma solo cartoni preparatori, da alcuni saggi eseguiti nell'ottobre 2008, è stata rinvenuta una sinopia che rappresenta la Madonna che allatta il Bambino.

Successivamente il pittore applicava l'intonaco pittorico necessario per la giornata di lavoro, composto da calce e sabbia di fiume, ben tirato e battuto dello spessore di circa 5/7 mm.

Da un'attenta analisi a luce radente delle superfici pittoriche, è stato possibile individuare i giunti di sovrapposizione tra giornata e giornata, determinando così la successione di stesura dell'intonaco e il numero delle giornate di ogni scena.

Nella scena della parete di fondo, rappresentante la Madonna con Bambino e Santi, del tabernacolo della Madonna della Tosse sono state identificate 26 giornate, mentre nel tabernacolo della Visitazione, nella scena dell'Incontro di Gioacchino e Anna presso la Porta Aurea, sono emerse 15 giornate. Sicuramente i giorni effettivi di lavoro sono numericamente superiori, dovendo considerare il tempo impiegato per le finiture a secco.

Benozzo disegnava direttamente sull'intonaco fresco col pennello intriso di ocra verde, rossa o gialla diluita in acqua e, successivamente, chiaroscurava con verdaccio, secondo la tradizione fiorentina, così bene descritta da Cennino Cennini nel suo libro dell'arte e della pittura.

Il disegno preparatorio, ben chiaroscurato, è visibile dove sono cadute le parti terminate a tempera, (come nel particolare delle mani nella scena della morte della Madonna, oppure nella veste della Madonna nella finta pala d'altare della parete di fondo che doveva accogliere l'azzurrite applicata poi a tempera.

Si notano anche pentimenti di disegno, come il braccio sinistro di san Marco nel tabernacolo della Madonna della Tosse, eseguito in un primo momento più grande rispetto a quello definitivo.

Le architetture, gli archi prospettici che racchiudono le scene, le aureole, sono costruite con l'aiuto del cordino, del compasso e con incisioni dirette, o battitura della corda sull'intonaco fresco.

Non sono emerse tracce di cartoni, né di spolveri; tutte le figure e le decorazioni sono state disegnate e dipinte direttamente sull'intonaco fresco.

I pigmenti impiegati sono stati quelli comunemente usati per la pittura a fresco: ocre gialle, ocre rosse, terra verde, bianco San Giovanni, steso in alcuni casi molto materico; per gli azzurri le analisi chimiche hanno confermato che è stata usata l'azzurrite.

Per far risaltare le lumeggiature è stato fatto uso della biacca (sulle vesti gialle di Giovacchino e sugli Evangelisti Luca e Marco nel tabernacolo della Visitazione), che con il tempo si è scurita, diventando di colore marrone per ossidazione del bianco di piombo.

Le dorature delle aureole (di cui sono rimaste poche tracce), delle stelle e delle decorazioni, sono state eseguite con foglia d'oro applicata a missione.

Nei costoloni del tabernacolo della Madonna della Tosse la doratura, sui pistilli dei fiori, è stata applicata su una pastiglia di ceralacca, per ottenere un maggiore effetto del rilievo.

I risultati del restauro e le prime conclusioni delle indagini chimiche compiute, consentono di affermare che la tecnica pittorica è estremamente raffinata: per ottenere particolari valenze cromatiche e lumeggiature Benozzo non esitava a mescolare la più pura tecnica ad affresco con tempere, finiture particolari e dorature.

Le 26 giornate sulla parete di fondo del tabernacolo della Madonna della Tosse, Castelfiorentino.

Le 26 giornate sulla parete di fondo del tabernacolo della Madonna della Tosse, Castelfiorentino.

Assunzione della Vergine al cielo, tabernacolo della Madonna della Tosse, Museo Benozzo Gozzoli

Le 15 giornate della scena dell'Incontro di Gioacchino e Anna presso la Porta Aurea, tabernacolo della Visitazione, Castelfiorentino.

Tabernacolo della Madonna della Tosse, particolare delle mani nella scena della morte della Madonna in cui è evidente il disegno preparatorio, ben chiaroscurato.

Tabernacolo della Madonna della Tosse, particolare delle mani nella scena della morte della Madonna in cui è evidente il disegno preparatorio, ben chiaroscurato.

Dettaglio in cui è evidente l'uso del cordino, del compasso e di incisioni dirette, o battitura della corda sull'intonaco fresco.

Dettaglio in cui è evidente l'uso del cordino, del compasso e di incisioni dirette, o battitura della corda sull'intonaco fresco.